MARGHERITA LIPINSKA
Nata nel 1964 in Polonia, nel 1989 Margherita Lipinska ha conseguito la Laurea in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Danzica. Ha proseguito gli studi presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma dove vive dal 1991 svolgendo l’attività artistica. Ha partecipato ad importanti Fiere d’Arte tra le quali quelle di Genova, Padova, Istambul, Lussemburgo.
Il percorso artistico di Margherita Lipinska, così come descritto nelle note critiche della storica dell’arte Carmen D’Antonino, si basa sulla reinterpretazione dell’arte antica – secondo le linee d’oggi e in una prospettiva tardo moderna – come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente.
La produzione artistica riflette dunque, a partire da riflessioni mitiche e dall’eleganza dell’arte greca tra il V e il IV secolo, l’indagine sul tempo in un continuo relazionarsi con il presente nella consapevolezza dell’appartenenza alla cultura occidentale e alle radici greco-romane.
“L’arte antica e il mito creano per me un terreno rassicurante dove posso svolgere le mie ricerche artistiche di fronte al presente pieno di incertezze. Attraverso l’uso di supporti insoliti come velluto, juta, cartone riciclato e colori vivaci, creo la contaminazione che si sovrappone alle immagini classiche.”
Grandi formati e tele morbide senza telaio attribuiscono un aspetto fresco ed informale alle immagini rappresentate compiendo una sorta di dissacrazione dell’oggetto antico, senza variarne i canoni di bellezza e perfezione ma donando contemporaneità alle sculture ritratte che non diventano altro che la rappresentazione di noi stessi. Il ricorso a figure classiche, presenti nell’immaginario collettivo, crea un linguaggio comune e favorisce la connessione e l’inizio del dialogo con lo spettatore.
Nel suo lavoro Lipinska intende dare voce all’attualità della storia e dell’arte antica.
Tra le sue ultime collaborazioni recenti e mostre ricordiamo:
2018 – Lux, Fiera d’Arte del Lussemburgo, Galleria Gall’Art Roma
2018 – Pictea Dea, mostra personale, Hotel Art, Via Margutta, Roma
2018 – Fiera d’Arte di Genova, Galleria Gall’Art Roma
2018 – Odisseus, mostra personale con il patrocinio del comune di Sperlonga
2018 – Evasionistudio, roma, Galleria Gall’Art Roma
2019 – Fiera Grand’Art, Milano, Galleria Gall’Art Roma
2019 – Fiera d’Arte di Forlì, Galleria Neo Art Gallery
2019 – Fiera d’Arte di Instabul, Galleria Neo Art Gallery
2019 – Fiera d’Arte di Genova, Galleria Gall’Art Roma
2019 – Palazzo Ferretti Cortona, Mostra Personale
2019 – Galleria Petrecca d’Isernia, Mostra Personale
2021 – Palazzo Ferretti Cortona, Mostra Personale
2022 – Campus Martius Roma, Palazzo Valdina, Camera dei Deputati, Mostra personale
2023 – In Tempore, Museo Nazionale Romano Terme di Diocleziano, Mostra personale
NOTE CRITICHE
Margherita Lipinska,
un’ Artista che pur avendo radici natie nel nord dell’Europa e lo sguardo avvezzo ai paesaggi splendidamente solitari del Baltico, ci offre una produzione pittorica della migliore tradizione classicista, essendo gran parte dei suoi lavori fotografie degli antichi fasti della civilta’ che dal bacino del Mediterraneo ha illuminato il mondo intero.Una rivisitazione del neoclassicismo arricchita da un raffinato uso di materiali di base, iuta , velluto e cartone sui quali la colorazione e le forme assumono una tridimensionalità stupefacente, lasciando emergere in una gamma cromatica studiata nei dettagli che rende i suoi lavori unici e di immediata riconoscibilita’.
Lipinska è una poetessa della figurazione, una pittrice senza tempo, una artista alchemica che affonda il pennello nella migliore tradizione della Storia dell’arte attraversando tre millenni con un manierismo non banale, arricchito dal suo tocco estroso di colorazioni improvvise e provocatorie, quasi un voler sfidare i canoni la bellezza assoluta ed universalmente riconosciuta delle sue rappresentazioni.La potrei definire la più sublime delle “graffitare” contemporanee nelle quali mi sia imbattuto, conoscendone la natura profonda e la cultura umanistica, storica ed illuministica dalla quale un vero artista non può non essere contaminato.
Gennaro Petrecca
Il Mito Contemporaneo
Nel contesto così complesso del Novecento Europeo, la letteratura e le arti si sono profondamente rinnovate in ogni loro aspetto e l’umanità ha maturato una diversa visione del mondo. Il Novecento è d’altronde il secolo più vicino alla nostra modernità, e mi è parso interessante notare come in quest’ epoca di sofferto rinnovamento, questo spirito di innovazione creativa non si sia basato esclusivamente sulla pura inventiva, ma anche sulla reinterpretazione di un modello che ha accompagnato la creazione artistica dei tempi più remoti: la riflessione mitologica.
L’imitazione della classicità che in maniera più o meno evidente aveva sino ad ora accompagnato la stesura di opere rifacentesi al passato mitologico della cultura europea, ha ceduto il posto a una rilettura più esistenziale che deriva soprattutto da un nuovo approccio di natura antropologica al Mito. L’Antico come classico, come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, un antico reinterpretato nelle linee dell’oggi in una prospettiva decisamente tardo moderna.
Su questo si basa il percorso di Margherita Lipinska con riflessioni mitiche che partono dall’eleganza dell’arte greca tra il V e il IV sec., periodo in cui la produzione artistica raggiunse un particolare livello di eccellenza, riprendendo i grandi Maestri del passato (Policleto, Fidia e Prassitele). L’arte antica è quella definita da Winkelmann come l’ideale e la più lontana da ogni verismo, basata sul senso dell’ordine, su una nobile semplicità e quiete grandezza. La produzione artistica di Lipinska è una ricerca ed un relazionarsi con il presente nella consapevolezza dell’ appartenenza alla cultura occidentale. Nelle sue opere riecheggiano le grandi monete antiche, rappresentazioni del cavallo di Troia, statue elleniche femminili e maschili con un lirismo soave e figure mitologiche dal plasticismo michelangiolesco.
L’artista stessa afferma: “l’arte Antica e il mito creano per me un terreno rassicurante dove posso svolgere le ricerche artistiche di fronte al presente pieno di incertezze”.
Secondo Lipinska attraverso l’uso dei supporti molto insoliti quali, il velluto, la juta ed il cartone riciclato si creano delle contaminazioni che si sovrappongono alle immagini classiche. Le sue sono opere di grande formato, tele morbide senza telai che evocano un aspetto maestoso tramite figure che spesso si presentano come immagini “clichè” delle sculture famose.
Con questi tipi di materiali si crea ancor di più un filo conduttore tra arte antica e contemporanea. In questo modo è come se l’oggetto antico venisse assorbito nell’ immediatezza dell’arte contemporanea fatta di schizzi, pennellate fluide ed astratte che catturano la psiche dell’osservatore.
Si crea un dialogo tra chi guarda e l’opera d’arte, tra il mondo antico, il mito, la classicità e l’arte Moderna. Una Modernità che Lipinska definisce “Povera” senza la conoscenza dell’ epoca antica.
Carmen D’Antonino, Storica dell’arte